Lucertola di Corfù (Algyroides nigropunctatus)
Ramarro balcanico (Lacerta trilineata)
Il konaki è un tipo di lucertola senza gambe che ricorda sia un camaleonte che un serpente. Ciò che, tra l’altro, lo differenzia dai serpenti è la presenza di un evidente condotto uditivo e palpebre. Il suo corpo, liscio e lucente, è solitamente marrone chiaro. I maschi adulti possono presentare piccole macchie blu, mentre i giovani, spesso femmine, si distinguono per i toni bruni più scuri sui fianchi e per la linea scura lungo il dorso. Il contrasto dei colori è più pronunciato nei giovani in quanto il colore di base può essere giallastro. La lunghezza totale, coda compresa, raramente supera i 50 cm. La coda è più lunga del corpo, ma negli adulti, il più delle volte, ne manca una parte.
Predilige le zone umide, con fitta copertura vegetale, nelle aperture boschive, nei prati e nelle boscaglie. Si allontana lentamente e raramente dai suoi rifugi, di solito nel tardo pomeriggio o dopo la pioggia. Si rifugia sotto pietre, rami caduti o in buche nel terreno. È attivo a temperature più basse rispetto alla maggior parte delle specie di lucertole. Si nutre di lumache, lombrichi e altri invertebrati.
Durante la stagione degli amori, i maschi combattono per rivendicare i territori più favorevoli. Le femmine di solito partoriscono ogni due anni e l’accoppiamento può durare fino a 10 ore. La schiusa avviene all’interno del corpo della femmina ei piccoli nascono dopo 2 o 3 mesi. I maschi di solito maturano nel loro terzo o quarto anno e le femmine nel loro quarto o quinto anno.
Il conak è diffuso in tutta Europa a sud del Circolo Polare Artico, ad eccezione della Spagna meridionale e del Portogallo. A est raggiunge il Caucaso e l’Iran nordoccidentale. Nella maggior parte del Peloponneso e in alcune delle isole ioniche è sostituito dalla specie affine Anguis cephallonica (pesce zibellino del Peloponneso).
Le sue popolazioni non sembrano particolarmente in difficoltà. Viene spesso ucciso a causa della sua somiglianza con un serpente. Konaki è protetto dalla legislazione nazionale, mentre è anche incluso nell’allegato III della Convenzione di Berna.