Nell’antichità Corfù era un’isola famosa per il suo vino, anche se le condizioni climatiche e territoriali non favorivano la grande produzione. Sulle sue monete erano rappresentati viti, tralci, bicchieri da vino, brocche e immagini di Bacco e di Selenio.
Senofonte e Omero lodarono nelle loro opere il vino dei Feaci. Nei documenti veneziani del XVI sec. si parlava della tassa sul vino come della più importante entrata economica dell’amministrazione. Un secolo più tardi peró i Veneziani cominciarono a limitare la coltivazione della vite sostituendola con quella, obbligatoria, dell’ulivo. Con il passare degli anni i vigneti diminuirono progressivamente per arrivare all’odierno 7% della coltivazione complessiva. Malgrado ció i corfioti bevono molto vino, che di solito preparano da soli. In teoria, il vino migliore arriva dalle pendici dal terreno compatto, come quelle attorno a Pago, a Liapades, a Sinarades e a Pendati, anche se oltre alla qualità del terreno hanno notevole importanza l’esperienza e le conoscenze specifiche del produttore.

Kakotrighi
Si chiama così perché i grappoli hanno il gambo duro che rende difficile pigiarla. Produce vino bianco, dal profumo sottile e durevole. Viene prodotto in tutta l’isola senza aver bisogno di essere tagliato. Kakotrighi è il vino storico offerto dal re Alcinoo a Ulisse, il vino decantato da Senofonte, quello che Ateneo nei Sofisti della Cena dice piacevole quando invecchia, mentre nel greco di Senofonte si afferma che nel 373 a.C. il generale spartano Mnasippo sbarcò a Corfù e i suoi soldati saccheggiarono “…le zone rurali, che erano magnificamente coltivate e piantate, nonché le magnifiche dimore e cantine costruite nelle fattorie, tanto che si diceva che i suoi soldati al punto di non accettare di bere altro che vino aromatico". Stylianos Vlassopoulos, nel libro "Notizie statistiche e storiche su Corfù", dell'inizio del XIX secolo, menziona a proposito del vino che venivano prodotte circa 120.000 botti all'anno.

Moscato
viene coltivato con straordinario successo nella zona di Strinila a Pantokratora e dà un vino bianco dai profumi esplosivi, forte presenza dell'aroma primario del vitigno che rimanda alla pesca, ai frutti tropicali e alla rosa, concentrazione di sapori e acidità soddisfacente. L'uso della botte condensa ancora di più questi... elisir, donando allo stesso tempo note mielate, di frutta secca e di confettura.

Petrokoritho
Una varietà che ama i terreni sassosi e secondo una versione proveniva dai Corinzi che furono i primi antichi coloni che abitarono l'isola nel 735 a.C. fornisce vino rosso brusco di qualità molto buona. Viene coltivato principalmente nella regione di Mesi (Sinarades - Kastellani - Kuramades).

Skopelitico
“sul monte dell’usignolo vite a vite coltivato, dà uva rossa, vino insanguinato” Da una canzone popolare di Ano Garuna, zona di cui è la qualità principale tra quelle coltivate. Viene anche chiamato nero ma la sua origine non è stata identificata.

Fraula
è un’uva da tavola, che, pur non appartenendo alle qualità adatte alla vinificazione, viene utilizzata in alcune case a questo scopo. La sua caratteristica è l'enorme resistenza a tutte le malattie. L'acino è di pezzatura medio-piccola con baccelli rotondi densi di colore rosso, dal caratteristico aroma di fragola. Il vino che produce ha un colore cerasuolo intenso e un gusto piacevolmente fruttato.

Altre qualità che completano la pianta viticola di Corfù sono il “rozaki”, il “martzaví”, la “fidià”, la “cokinomustitsa”, lo “xipleko”, l’“Arcadinó”, il “Korghianitis”, l’“Afioni”, l’“Agumastos”, l’“alepurà” e la “Pinpiniola” - uve che durante la vinificazione vengono mischiate alle qualità citate sopra.

Oggi a Corfù sono attive le seguenti cantine:
Tenuta Theotoki
Famiglia Grammeno
Azienda vinicola Gouli
Azienda vinicola Nikolouzou
Cantina Livadioti
Cantina Pontiglio
Borovino Cantina
Cantina Abelonas